Tappeti stesi, 1985

olio su eraclite
650 × 400 cm

(pubblicato in Catalogo Generale vol. 1 p. 668)

I Tappeti Stesi trasformano l'ambiente in uno spettacolare souk marocchino e sono uno dei cicli di pitture-oggetto più conosciuti di Mondino, iniziato negli anni ‘80 e portato avanti no alla ne del decennio successivo.
I viaggi in Oriente sono sempre stati una grande fonte d’ispirazione, sia per i soggetti sia per la sperimentazione di nuovi materiali. In un bazaar di Tangeri l’artista trova per terra un pezzo di eraclite - un tamburato industriale - che con i suoi “occhi da miope” scambia per un vecchio tappeto. Come spesso gli capita, è proprio da quel difetto della vista, a cui tiene moltissimo in quanto modifica leggermente la percezione della realtà, che nasce l’idea stupefacente di dipingere tappeti su un semplice truciolato.
Come in un Trompe-l’oeil Mondino cambia il modo di vedere le cose e la loro funzione e così, usando questo materiale, ci trasmette la sua visione della realtà in cui l’immagine è multipla, paradossale e ingannevole. La trama dell’eraclite, povera e grezza, diventa la strabiliante simulazione di un nobile tappeto orientale.

ESPOSIZIONI

«Aldo Mondino. Moderno, postmoderno, contemporaneo», Museo d'arte contemporanea Villa Croce, Palazzo della Meridiana; installazioni site-specific: Palazzo Ducale, Palazzo Rosso, Palazzo Bianco, Palazzo Reale, Casa di Colombo, Acquario di Genova, Genova (GE), a cura di Ilaria Bonacossa, 24 settembre - 27 novembre 2016.

BIBLIOGRAFIA

V. Dehò (a cura di), «Aldo Mondino Scultore», catalogo della mostra (Pietrasanta (LU), Piazza del Duomo e Chiesa di Sant'Agostino, 12 settembre - 12 dicembre 2010), Allemandi & C., Torino, 2010, p. 29.
M. Meneguzzo (a cura di), «Aldo Mondino. Tappeti stesi e appesi», catalogo della mostra (Firenze, Galleria Santo Ficara, 13 aprile - 20 giugno 2013), Carlo Cambi Editore, Firenze, 2013, p. 17.
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